mercoledì 11 novembre 2015

Sentenza importante sulle carabine ad aria compressa di bassa potenza

Tra le tante stranezze in materia di armi una gridava vendetta più delle altre.
Come è notorio il possesso delle armi ad aria compressa di potenza inferiore a 7,5 joule è stato liberalizzato. Si può quindi comprare, detenere e portare in pubblico un'arma del genere senza alcun obbligo di denunzia o autorizzazioni.
Chi ha i capelli bianchi ricorderà un vecchio fucile ad aria compressa, il Diana 25. E' di bassa potenza solo che non risulta indicato nel catalogo forse perchè è una vecchia arma o forse per i soliti ritardi.
C'è quindi chi ha sostenuto che vada considerato come un'arma comune.
Su questa base, la Corte d'Appello di Firenze aveva confermato la sentenza di condannna del Tribunale contro un detentore di un fucile Diana a bassa potenza.
Il motivo è che l'arma era catalogata ancora come arma comune e che di fatto aveva una potenza lesiva.
Fortunatamente la Corte di Cassazione (sez. I, sent. 33670/2005) ha stabilito che al di la della iscrizione o meno nel catalogo vada considerata la effettiva potenza lesiva dell'arma.
Un'arma quindi che - di fatto - abbia una bassa potenza è detenibile liberamente anche se indicata ancora nel catalogo come arma comune.

Si può andare a caccia o al tiro a segno con l'arma di un altro?

In altre parole è possibile prestare un arma e che questa venga usata?
Per la legge 110 del 1975 il comodato (prestito) di un'arma è proibito.
Fanno eccezione le armi per uso sportivo o da caccia o scenico.
E' quindi permesso prestare un fucile da caccia ma non è permesso prestare una pistola da difesa.
Riguardo il concetto di comodato - prestito ci sono da fare delle precisazioni.
Un conto è prestare un'arma per una settimana, per un mese, magari per un soggiorno di caccia o per una gara sportiva, un'altra è prestarla per pochi minuti durante una battuta di caccia, magari per far provare l'arma.
Nel secondo caso non ci sono obblighi particolari da rispettare.
Nel primo si dovrà denunciare il possesso dell'arma, in pratica quasi come se la si avesse acquistata, entro le 72 ore.
Una situazione che potrebbe creare problemi è quella del prestito di un'arma all'interno di un poligono di tiro o per andare ad un poligono.
In un poligono è normale usare sia armi classificate come sportive che armi classificate come armi comuni.
Secondo la lettera della legge le prime potrebbero essere prestatge e le seconde no. Di fatto però entrambe servono ad un uso sportivo.
La logica direbbe che la situazione è identica ma ci si potrebbe trovare di fronte a brutte sorprese.
E' sicuramente proibito prestare una pistola da difesa ad un titolare di porto d'armi per difesa.
La pena è della reclusione da due a otto anni, oltre la multa, sia per chi presta che per chi riceve in prestito. Trascrivo l'art. 22.

Art. 22.
                     Locazione e comodato di armi
  Non e' consentita la locazione o il comodato delle armi di cui agli
articoli 1 e 2, salvo che si tratti di armi per uso  scenico,  ovvero
di  armi  destinate  ad  uso  sportivo  o  di  caccia,  ovvero che il
conduttore o  accomodatario  sia  munito  di  autorizzazione  per  la
fabbricazione  di  armi  o  munizioni  ed  il  contratto  avvenga per
esigenze di studio, di esperimento, di collaudo.
  E'  punito  con la reclusione da due ad otto anni e con la multa da
lire duecentomila a lire un milione e cinquecentomila chiunque da'  o
riceve  in locazione o comodato armi in violazione del divieto di cui
al precedente comma.
  La pena e' raddoppiata se l'attivita' di locazione o comodato delle
armi risulta abituale.




mercoledì 4 novembre 2015

Cosa avviene se un membro della famiglia è tossicodipendente

Le droghe sono diffusissime, anche in famiglie insospettabili.
Abbiamo detto più volte dei requisiti che deve avere un cittadino perchè gli sia concesso di andare a caccia o detenere delle armi.
Abbiamo sempre parlato della persona interessata.
Oggi vogliamo parlare di una caso diverso.
Il titolare della licenza di caccia o il proprietario di armi regolarmente denunciate ha un figlio o una figlia che vengono fermati con il classico spinello.
Lasciando perdere i casi di reato penale, lo spaccio, ci sono delle conseguenze anche quando si tratta di consumo personale.
Quando c'è il consumo personale si hanno conseguenze amministrative abbastanza gravi, come la sospensione della patente.
Il principio generale è che chi usa droghe, pur se non punibile penalmente, è però una persona a ridotta capacità e potenzialmente pericolosa, per se' e per gli altri.
E' quindi una favoletta che nel caso di uso personale non accada nulla.
Tornando al caso di cui sopra, la polizia può ritenere che la presenza in famiglia di un tossicodipendente metta in pericolo la regolare custodia delle armi.
Può ritenere ipotizzabile che il tossicodipendente si impadronisca delle armi per usarle contro di se' o altri; si può pensare che le rubi per venderle agli spacciatori in cambio di droga.
La conseguenza pratica è che al padre in questione potrebbero revocare il permesso di detenere le armi o di avere una licenza di caccia o di tiro sportivo.
Molte questure usano un criterio che è più condivisibile.
Diffidano il titolare di una licenza in materia di armi a custodire con la massima cura le armi stesse, precisando che debba avere tutte le cautele per impedire che possano impossessarsene terzi o conviventi.
In questo caso è ancora più importante munirsi di cassaforti che devono essere sempre ben chiuse (e senza chiavi in giro). Se infatti accadesse qualcosa  potrebbe capitare di dare l'addio alle proprie bellissime armi e per sempre.
Quello che trovo intollerabile - anche alla luce di queste conseguenze - è che nei films ed in televisione (ricordo Dario Argento che alla Bignardi diceva di aver fumato spinelli per tanti anni, tra sorrisi vari) l'haschish venga visto come una cosa che fa tanto divertire, un bel gioco.
Non intendo entrare nel dibattito di sempre sulla poca pericolosità presunta delle droghe "leggere". Quello che mi interessa sono le conseguenze legali. A Pannella, deputato, non è mai capitato nulla per aver fumato spinelli in pubblico; al ragazzo normale capitano un bel po' di guai seri dai quali sarà molto difficile uscire.
Tanti ragazzi per questo "bel gioco" rovinano la propria vita e magari quella di chi sta intorno. Diventano, almeno per qualche anno, una sorta di "segnati". Ne vale la pena?


venerdì 24 luglio 2015

La cassaforte è obbligatoria?

Il principio base è che le armi sono pericolose e si devono custodire con cura.
Questo vale al di là della singola norma.
Nello specifico l'articolo 20/bis della legge 110/1975 considera reato il comportamento di "chiunque trascuri di adoperare nella custodia delle armi medesime le cautele necessarie per impedire che alcuna delle persone succitate giunga ad impossessarsene agevolmente". 
Per persone succitate si intendono tossicodipendenti, minorenni ed altre categorie.
Il fatto che il ladro, capace di usare le armi e pienamente in grado di intendere e di volere, non significa che si possano lasciare le armi a sua disposizione.
E' opinione comune che sia obbligatoria una cassaforte.
Questa opinione è errata: la cassaforte non è obbligatoria.
Lo ha stabilito anche la Corte di Cassazione penale con una sentenza del 10 giugno 2013.
Secondo la Corte è sufficiente anche un armadio chiuso a chiave.
In linea teorica questo è certamente vero.
Nello stesso tempo bisogna chiarire che il mezzo usato per impedire ad altri l'uso delle armi deve essere idoneo.
Non è quindi sufficiente un armadio chiuso a chiave ma dissestato in modo tale che basti una botta per aprirlo.
Non è sufficiente lasciare i fucili nell'automobile chiusa quando si è al ristorante (vizio di molti cacciatori).
Nello stesso senso nulla si potrebbe dire a chi lasciasse le armi in uno stanzino senza finestre, chiuso da una porta blindata.
L'intento di questo blog è eminentemente pratico. Non mi interessano molto le disquisizioni teoriche. Mi interessa che chi  ama le armi e le usa lecitamente non abbia fastidi.
C'è chi consiglia di portarsi dietro una copia della sentenza della Cassazione per discutere con eventuali poliziotti.
Non sono d'accordo.
Affrontare un processo che dura anni e che costa anche non è una buona soluzione. Questo anche se si viene assolti (anche perché nel frattempo viene revocata la possibilità di detenere armi).
La soluzione quindi migliore, pur se non obbligatoria, è comunque quella della cassaforte.


sabato 30 maggio 2015

Una mazza ferrata e come andare dritti in galera

Sono andato a cena da una mia carissima amica giorni fa.
Nell'uscire ho visto uno strano attrezzo spuntare dalla siepe vicino il cancello.
Ho scoperto che era una autentica mazza ferrata che ho fotografato e vi mostro.
Nella parte finale di un manico di scopa sono stati inseriti vari chiodi.
Lo strumento sembra terribile ma parlerò anche di questo.
Voglio prima scrivere degli aspetti legali.
Quell'aggeggio lì è un'arma a tutti gli effetti.
E' evidente che è stato costruito per offendere, che il suo unico scopo è l'offesa alla persona.
E' quindi un'arma vera e propria. Andrebbe anche denunciata e non può essere portata fuori dall'abitazione per nessun motivo.
In caso di guai, nel caso si dovesse usare veramente, ci si troverebbe a dover rispondere del possesso di un'arma non denunciata.
E' poi da sottolineare che un aggeggio del genere è più utile a ferire e far infuriare - pericolosamente - l'aggressore che a bloccarlo.
Ho consigliato quindi alla mia amica di usare quello strano strumento per accendere il fuoco.
Ammesso che si vogliano tenere a portata di mano, in casa o nelle pertinenze, cose che possano aiutare a difenderci (o a spaventare eventuali aggressori) è molto meglio rivolgersi a tutti quelli che sono strumenti atti ad offendere ed al massimo possono essere considerate armi improprie. In questa categoria entrano machete, accette, coltelli da cucina (anche con lama bella lunga), martelli, bastoni, cacciavite e tanti altri oggetti.
Sono tutti oggetti che si possono detenere legittimamente perché servono per usi pacifici e legalmente tutelati.
In caso di bisogno (ed in modo perfettamente legale) diventano armi terribili.
Queste armi "improprie" si possono anche portare lecitamente fuori casa a condizione che ci sia uno scopo pacifico.
Si può portare una mazza da baseball in auto se si va a fare una partita di baseball; si può portare un machete in auto se si va a tagliare legna.
Non si può portare semplicemente una mazza in auto colme fanno molti...

giovedì 23 aprile 2015

Scadenza del 4 maggio 2015 per detentori di armi, certificato medico di idoneità psicofisica alla detenzione di armi

Un amico carissimo mi ha chiamato oggi per la scadenza del 4 maggio (diventata nelle chiacchiere 5 maggio). Mi chiedeva lumi perché 
in ufficio cacciatori e simili facevano girare la voce che entro detta data bisognava fare un misterioso certificato di idoneità alla detenzione.
Chi non lo avesse fatto avrebbe perso il diritto di detenere le armi.
Facciamo chiarezza.
Il Decreto Legislativo n. 121 del 29 settembre 2013 (entrato in vigore il 5 novembre 2013) ha stabilito che chi detiene armi deve presentare (entro il 4.5.2015) il "certificato medico di idoneità psicofisica alla detenzione" di armi.
Il certificato è lo stesso che si presenta quando si chiede un porto d'armi o licenza similare, ad esempio quello per il rilascio o il rinnovo della licenza di caccia.
La normativa stabilisce anche che siano esentati tutti coloro che nei sei anni precedenti l'entrata in vigore della norma (quindi i sei anni precedenti il 5.11.2013) abbiano presentato detto certificato in occasione della richiesta di una licenza di porto d'armi o di un nulla osta all'acquisto di armi.
Che succede se non si presenta?
Si riceverà una diffida a presentare il certificato entro 30 giorni.
Se non si fa parte la procedura per il divieto alla detenzione di armi.
Gli allarmismi non hanno quindi senso.
La normativa ha la logica di impedire che le armi vengano detenute da chi non è in grado di detenerle con equilibrio. E' quindi una norma preventiva che ha una sua logica condivisibile.

venerdì 10 aprile 2015

Giardiello. strage di Milano. Proibizionismo e frescacce....

In questi giorni ha fatto notizia la strage che il sig. Claudio Giardiello ha compiuto nel Tribunale di Milano, uccidendo giudici ed avvocati.
C'è subito chi ha rilevato che i Carabinieri avevano dato parere contrario al rilascio del porto d'armi e la prefettura invece l'ha rilasciato. Da qui la solita spinta al "leviamo le armi", "le armi sono pericolose", "levando le armi da fuoco si fermanoi gli omicidi e le violenze" e chi più ne ha, più ne metta!
Come al solito si dimenticano cose essenziali.
Io entro in tribunale da decenni e da tanti anni esistono metal detector e guardie. Perchè non hanno fermato Giardiello con la pistola?
E' lui un super furbo o loro sono stati fessi?
Ricordo i famosi poliziotti della scorta di Aldo Moro che furono uccisi mentre avevano i mitra nel bagagliagio. Poveracci certamente ma il loro lavoro gli imponeva di avere i mitra a portata di mano.
Tornando a Giardiello, se il parere dei Carabinieri era negativo ci sarà stato o un clamoroso errore (tipo impiegato della prefettura che non ha letto il parere) oppure qualche motivo per il quale il porto d'armi fu concesso lo stesso. Non si può condannare senza conoscere i fatti specifici.
Oltretutto l'esperienza concreta (di cacciatore ed avvocato) è che le Prefetture non stanno certo lì a regalare porti d'armi, specialmente quando i Carabinieri danno parere negativo...
E' poi anche vero che per ammazzare non serve una pistola. A parte la possibilità di avere armi clandestine (come le hanno tutti i delinquenti) si può benissimo ammazzare in altro modo. Un mio cliente ha preso un coltello dal cassetto della cucina ed ha ammazzato la moglie con quattro coltellate.
Riporto poi una lamentela che mi fecero i poliziotti di un vicino commissariato. Si lamentavano del fatto che il CIM (Centro Igiene Mentale) non comunicasse alla polizia i nominativi delle persone con gravi problemi mentali e possibile pericolosità.
A parte la privacy (con le sue glorie e fesserie) i poliziotti in questo caso hanno perfettamente ragione e qualcuno invece di cercare scuse e dire frescacce dovrebbe seriamente fare una riforma a tutela - reale - dell'incolumità pubblica.