giovedì 22 febbraio 2018

Io e il fucile possiamo prendere il treno?

Tra gli amanti di armi c'è spesso un certo "imbarazzo" se capita di dover prendere il treno portandosi appresso (rectius trasportando) il proprio fucile da caccia o ex ordinanza.
Scrivo di armi lunghe perché le pistole sono decisamente meno visibili.
Ci si chiede se si è in regola, se si è soggetti a controlli e magari all'invito a scendere.
Del resto tutto può capitare in questa strana Italia, anche che si mobiliti mezza Roma perchè un malaccorto girava per la metro con il fucile giocattolo regalato al figlio. :)
Veniamo però alla questione giuridica.
Portare le armi in treno è consentito. Nessuna norma lo vieta.
È importante però il modo in cui si portano.
La circolare del Ministero dell'Interno 559/C.3159-10100(1)1 ha fatto una interessante sintesi delle varie ipotesi di trasporto.
Per quello che riguarda più specificatamente i mezzi pubblici va visto il DPR 753/1980 sulle "Nuove norme in materia di polizia, sicurezza e regolarità dell'esercizio delle Ferrovie e di altri servizi di trasporto".
Regolamenti locali hanno ripreso gli stessi principi; si veda ad esempio il regolamento dell'ATAC di Roma.
Il concetto è sempre lo stesso: le armi vanno trasportate chiuse nella custodia e "smontate", non semplicemente scariche.
Non basta quindi mettere l'arma nella custodia ma dovrà anche essere smontata. Le munizioni vanno tenute separate e con tutte le precauzioni.
Recita l'art. 33 del DPR 753/1980:
"art. 33
Fermo restando quanto stabilito dalle vigenti leggi in materia di detenzione di armi nonché di tutela dell'ordine democratico e della sicurezza pubblica, è vietato portare con sé sui treni e nei veicoli armi da fuoco cariche e non smontate. Le munizioni di dotazione devono essere tenute negli appositi contenitori e accuratamente custodite.
Il divieto di cui al comma precedente non è applicabile agli agenti della forza pubblica nonché agli addetti alla sorveglianza in ambito ferroviario.
I trasgressori sono puniti con l’ammenda da lire 150.000 a lire 450.000
."
Come consiglio pratico aggiungo che per evitare allarme vari da parte di altri passeggeri e scocciature come controlli e meglio non rendere evidente che si stanno portando armi (ad esempio coprendo le classiche custodie con carta da pacchi). Per avere gratuitamente la circolare, il DPR ed il regolamento ATAC, scrivetemi alla mail umberto@avvocatochialastri.it.
Avv. Umberto Chialastri

domenica 4 febbraio 2018

Agli investigatori privati spetta il porto d'armi? Stravaganti decisioni e soluzioni.

Gli investigatori privati italiani non sono forse come il Paul Drake dei film di Perry Mason, sempre alle prese con i casi di omicidio.
Svolgono però un lavoro delicato e rischioso.
Si da per scontato, nell'immaginario comune, che abbiano la pistola. Questo anche perchè spesso sono ex poliziotti o carabinieri. Per esercitare il loro lavoro devono avere una licenza rilasciata dalla Prefettura.
La realtà però è diversa. Ci sono delle questure che negano loro il porto d'armi per difesa personale se non esiste la dimostrazione concreta dei rischi specifici che corrono. In altri termini si è ritenuto che all'investigatore privato non spetti il porto d'armi solo per la sua professione.
Il TAR di Bologna (sentenza 617 del 2017, causa RG 450/2017) ha giustamente ritenuto che:"L'attività di investigatore privato per sua natura può esporre chi la esercita a situazioni di pericolo anche perchè spesso deve agire in modo clandestino per acquisire informazioni di parte di chi non desidera certo favorire la raccolta di notizie che riguardino la sua vita.
Pertando non avendo mai il ricorrente dato modo di dubitare della sua affidabilità, salvo che non siano mutate radicalmente le condizioni di svolgimento dell'attività lavorativa, appare contraddittorio non rinnovare la licenza."
Nel caso specifico l'investigatore, non avendo il rinnovo del porto d'armi, aveva perso il lavoro...
Ricordiamo quindi ancora una volta che l'unico sistema per ottenere ragione contor ingiuste decisioni delle Questure e Prefetture, è quello del ricorso al TAR.
Per avere una copia della sentenza gratuitamente scrivetemi alla mail umberto@avvocatochialastri.it .