giovedì 10 aprile 2025

Estinzione del reato per oblazione ma confisca obbligatoria delle armi.

Per alcuni reati che prevedano la condanna alla sanzione pecuniaria dell'ammenda (anche in via alternativa) è prevista la procedura dell'oblazione. Il procedimento d'oblazione è regolato agli articoli 162, 162 bis, del codice penale ed all'art. 141 disp. att. del codice di procedura penale.


In pratica l'indagato chiede di poter pagare un terzo del massimo della pena prevista. Qualora la sua proposta sia accettata ed il pagamento avvenga, il reato si estingue ed il problema penale è pienamente risolto.

Poniamo il caso in cui siano stati trovati dei fucili non custoditi in cassaforte ma appoggiati in camera da pranzo. E' il caso esaminato dalla Corte di Cassazione Penale (sezione I)  con la sentenza 25514 del 16 aprile 2024.

L'indagato si era avvalso dell'oblazione ed aveva estinto il reato. In un primo momento il Tribunale di Siracusa aveva disposto la restituzione delle armi sequestrate. Su impugnazione del Pubblico Ministero si era infine arrivati al giudizio della Corte di Cassazione.

Per il supremo giudice, quando sia prevista la confisca obbligatoria (art.  240 codice penale) è irrilevante che il reato si sia estinto e le armi devono comunque essere confiscate e non restituite all'ex proprietario.

Ancora una volta ( Le armi e la legge: La cassaforte è obbligatoria? ) che la cassaforte di per sé non è obbligatoria ma è prudente usarla.

domenica 30 marzo 2025

Patteggiamento e archiviazione. Attenzione attenzione ... possono farci perdere il diritto al porto d'armi.

 Una delle cose che mi capita frequentemente è vedere persone meravigliate perchè gli negano il porto d'armi ma sono stati "assolti".

Quando poi a vedere, non
è così: il procedimento contro di loro è stato archiviato o si è risolto con un patteggiamento.

Esiste una enorme differenza tra la legislazione penale e quella amministrativa (cui è soggetta la normativa per i porti d'arma).

Dal punto di vista del codice penale, una archiviazione risolve completamente il problema. Nessun addebito si può fare a chi sia stato indagato e non ci sarà nessuna conseguenza negativa.

In amministrativo il discorso è completamente diverso.

Supponiamo (caso frequentissimo) che un tizio sia stato querelato dalla moglie perchè l'avrebbe minacciata. La moglie poi ritira la querela e chiude il penale. La Questura però poi sostanzialmente pensa che dove c'è il fumo si trovi sempre un pò di arrosto ... Quindi, sulla base del sospetto, ed avvalendosi della spesso mal applicata, discrezionalità, revoca il porto d'armi.

Vero è che alle volte può essere utile la motivazione dell'archiviazione. Tornando al nostro esempio, un conto è il PM - GIP dica che si deve archiviare perchè la querela è stata archiviata; un conto è che scriva che la querela è stata presentata in modo strumentale ed appare poco credibile.

Per evitare questo si dovrebbero valutare prima altre soluzioni, come quella di cercare di ottenere se possibile una sentenza di assoluzione.

Per quello che riguarda il patteggiamento è ancora peggio. 

Con questa procedura l'imputato sostanzialmente si dichiara colpevole ed ottiene uno sconto di pena. Si dichiara però colpevole ed è ovvio che la Questura non la prenda bene.

Delle volte il patteggiamento - spesso comodo per alcuni avvocati (e mi spiace dirlo) - non ha poi nemmeno senso pratico. Faccio l'esempio di un reato commesso da un incensurato con una prevedibile pena (sono in caso di condanna) di 9 mesi di arresto. Con il patteggiamento la pena sarà ridotta a sei mesi o meno ma questo non ha senso pratico perchè magari è estremamente improbabile che l'imputato dia un'altra volta uno schiaffone ad un condomino... 

Se si ha quindi un interesse ad un porto d'armi (attuale o futuro) è quindi indispensabile che si chieda un consiglio anche ad un avvocato esperto del settore, non solo ad un penalista.

Una recente sentenza del TAR Lazio, sul patteggiamento ex art. 444 cpp,  è su questa linea ma si tratta di un criterio seguito costantemente (sentenza 16541 del 24 settembre 2024, TAR Lazio, sezione prima stralcio).


martedì 4 febbraio 2025

Ci sono anche prefetture che lavorano meglio... Roma per esempio.


Per il mio lavoro mi è capitato un'infinità di volte di avere contatti con prefetture e questure in tutta Italia. Uno dei grossi ostacoli è che spesso le prefetture danno per scontato e giustificato quello che fanno le questure. La conseguenza è che procedure come i ricorsi gerarchici e in autotutela vengono praticamente ignorati.
I ricorsi rimangono mesi (qualche volta anni) su misteriose scrivanie e se ricevono una risposta sembra quasi a stampone (e sempre in difesa dell'operato delle questure, a prescindere). Questo provoca rilevanti danni al cittadino ma anche allo Stato. 
Non va dimenticato che il problema non è dare ragione al cittadino in sè: questi può anche avere torto. 
Il problema è non esaminare la questione problema e quanto scritto e richiesto  con la necessaria terzietà (dovuta per l'importante carica che si ricopre).
I prefetti non sono difensori d'ufficio dei questori ma organi di controllo del loro operato, con una responsabilità enorme e conseguenti onori. Non per niente ad un prefetto ci si rivolge chiamando "eccellenza". 
 Tutto questo riguarda anche e soprattutto i funzionari sottostanti il prefetto che devono istruire le pratiche. 
Si è quindi magari costretti a fare un ricorso al TAR quando sarebbe bastata una procedura più veloce ed economica. 
Per fortuna non è sempre così. 
Negli ultimi anni ho apprezzato con piacere (professionale e di cittadino) quanto fatto dagli uffici della prefettura di Roma. 
Ho apprezzato lo scrupolo con cui si sono controllati i fascicoli, la ricerca della verità e della migliore soluzione che contemperasse le esigenze di tutela della sicurezza pubblica con i diritti del cittadino.
Ho apprezzato lo scrupolo con cui si è interpretata ed applicata la legge. 
Accade anche in altre parti d'Italia ma purtroppo prevale l'aspetto negativo. 
Grazie e ... speriamo che i buoni esempi siano contagiosi. :-)

giovedì 30 gennaio 2025

Comprare su Amazon o armeria è reato? La storia dell'ortolano... Sentenza del Tribunale di Roma. Vittoria.

 C'è gente che finisce in galera per aver comprato su Amazon o simili o in armeria ... Come?

Vengono tranquillamente venduti oggetti come bastoni estensibili, tirapugni (forme varie), kubotan, spesso pugnali, scacciacani che sono considerate armi etc.

In armeria mi è capitato vedere in vendita dei tirapugni; quando ho detto all'armiere che detenerli era reato mi ha risposto che a casa si potevano tenere ... Ho anche visto da un altro armiere un cestino di mollette (coltelli a scatto a stiletto molto noti e molto proibiti). 

Questo ovviamente con tutto il rispetto dei tanti armieri che lavorano con onestà e competenza; lo stesso per tutti i benefici che i grandi canali di vendita hanno apportato.

In pratica succede che il cittadino compri tranquillamente queste cose pensando che sono lecite, perchè su un grande canale di vendita o perchè l'ha detto l'armiere esperto. Poi per un controllo qualsiasi si trova con un processo penale. Il bello è che quasi sempre i controlli riguardano gli acquirenti e non i venditori...

E' capitato anche ad un signore che ha comprato per puro collezionismo quelle che apparivano come semplici scacciacani. Anni dopo c'è stato un controllo ed è partito un processo penale con la contestazione di reati che prevedono pene fino a 10 anni, più di un reato. Tra l'altro è stato contestato anche il reato di ricettazione che per un cittadino normale è gravissimo, direi infamante.

Io l'ho difeso e il tribunale di Roma mi ha dato ragione assolvendolo. E' stata una grande soddisfazione vincere questo processo, professionale e personale.

Tra circa un paio di mesi uscirà la sentenza con le motivazioni e vedremo esattamente l'iter logico del tribunale. Per quello che mi riguarda ho chiesto l'assoluzione, anche,. sulla base degli articoli 5 e 47 del codice penale; per queste norme l'errore sulla circostanza che un determinato comportamento (o sulle caratteristiche di un oggetto) . Questo non è ovviamente vero perchè altrimenti sarebbe troppo facile il gioco per i furbi. I tribunali per questo non applicano facilmente quelle norme ma ... esistono.

Se ci sono dei dubbi bisogna chiedere un parere ad un avvocato competente. Meglio questo che non anni di guai, forti spese, forse condanne...

PS Tra le categorie di cui sopra inserisco anche i blogger ed i gestori di palestre
che, tanto per dire, fanno apparire legale andare in giro con un bastone magari da passeggio.