mercoledì 6 aprile 2016

Foto su facebook del figlio con il fucile scarico e revoca della licenza. Maneggio delle armi da parte dei bambini.

Scriverò oggi di una brutta sentenza. E' giusto parlarne perchè pur essendo questa sentenza assurda dal punto di vista giuridico e pratico è una sentenza realmente emessa e bisogna sapere in queli guai ci si può trovare con una foto tutto sommato innocente.


Si tratta della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) Torino (Piemonte), sez. I, del 5 giugno 2015 n. 936.
Questo è il fatto:  un titolare di licenza di caccia aveva pubblicato su facebook la fotografia del proprio figlio bambino con in mano un fucile.
La questura gli aveva revocato la licenza di porto d'armi.
L'interessato aveva quindi presentato un ricorso gerarchico al Prefetto. Il Prefetto gli aveva dato torto e quindi ha impugnato la decisione innanzi al TAR.
Anche il TAR gli ha dato torto, stabilendo che:"lasciare nelle mani di un bambino un'arma, allo scopo di fotografarlo e pubblicare le foto su facebook, implica una situazione di pericolo che giustifica il provvedimento di revoca del porto d'armi".
Riporto qui parte della motivazione.
"In proposito il decreto Prefettizio, al pari del decreto del Questore, evidenziano come il fucile fosse tra le mani del figlio minore, e come in una delle fotografie poi eliminate dal profilo facebook, l'arma fosse anche "chiusa".
Affidare nelle mani di un bambino un'arma è di per sé un fatto che mostra assenza di precauzione nell'uso dell'arma, considerata la mancata conoscenza in un bambino anche delle regole fondamentali nell'uso delle armi.
Così riassunte le circostanze di fatto, ritiene il Collegio che il provvedimento sia sufficientemente motivato con il richiamo all'episodio, su cui è correttamente fondato il giudizio di non affidabilità del titolare della licenza.
Sotto questo profilo, va posto in luce che la disposizione di cui all'art. 20 della L. 18 aprile 1975, n. 110 - in forza della quale la custodia delle armi deve essere assicurata con ogni diligenza nell'interesse della sicurezza pubblica - è evidentemente preordinata alla finalità di assicurare l'incolumità dei cittadini da chiunque si trovi in possesso di armi o munizioni non autorizzate (cfr. T.A.R. Lazio Latina - 14/7/2008 n. 877; sentenze brevi T.A.R. Brescia, sez. II - 12/2/2010 n. 766; 20/4/2012 n. 675). La dinamica dei fatti evidenzia un'oggettiva negligenza e imprudenza nella cura dell'arma sottratta, che è stata lasciata nelle mani di un bambino, seppure con lo scopo di fotografarlo, ma in tal modo con il pericolo anche di un uso non corretto.
L'estrema gravità del fatto richiamato nel provvedimento è certamente circostanza idonea a supportare, per un ragionevole fine di cautela e prevenzione, un giudizio di pericolosità sociale per l'ordine e la sicurezza pubblica, la cui valutazione può legittimamente fondarsi anche su considerazioni probabilistiche."
Questa sentenza è francamente assurda per le conseguenze tratte da un fatto che poteva essere certamente banale (e senza una motivazione esauriente). Invito a rileggere per la loro assurdità le parole che ho riportato sopra in grassetto.
Questo atteggiamento mi ha fatto pensare a mia suocera che voleva sequestrare un fucile da caccia giocattolo a mio figlio ... perchè pericoloso ...
Quando la smetteremo?
E' evidente che le armi vadano custodite con la massima attenzione. 
Nel caso specifico un conto sarebbe dare in mano ad un bambino un fucile carico, facendolo magari sparare, un conto è dargli in mano un fucile scarico (controllato dieci volte) per fargli fare una foto, "con l'arma del papà!". Immagino il sorriso di quel ragazzino...
Bisogna piantarla di vedere un'arma come un oggetto diabolico e dai misteriosi poteri occulti.
Le armi vanno custodite con la massima attenzione in modo che non capitino incidenti.
In questo senso ricordo un colloquio con un funzionario della Questura di Roma, il dott. Renato Quircio, scrittore di un ottimo testo sulle armi ed ora in pensione (libro armi). Nel nostro colloquio concordavamo sul fatto che i bambini è bene che qualche volta imparino anche a conoscere un'arma e magari a controllare se è carica. Questo proprio ed esattamente al fine di evitare possibili incidenti.
Premesso infatti che le armi devono essere ben chiuse e scariche ... cosa accade se la notte lasciamo la pistola carica per una possibile difesa abitativa? 
A mio parere è importante che - nei limiti inderogabili della sicurezza - sotto la stretta sorveglianza del genitore - un bambino sappia che cosa è un'arma e magari si possa rendere conto che è carica. Sempre prudenza, prudenza, prudenza ... anche con un coltello da cucina però...
Oppure dobbiamo sostenere che una motosega è meno pericolosa di un fucile scarico e controllato dieci volte?
 

7 commenti:

  1. Sarebbe stato diverso se avesse documentato con un video l'intera sequenza di scarico dell'arma?

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    1. Per me il far vedere come un'arma si scarica è una elementare norma di prudenza. Ha presente la famosa frase:"Non sapevo che era carico?".
      E' vero che un'arma dovrebbe sempre esssere custodita in modo che un minore non possa impossesarsene ma ... il momento del c... è sempre in agguato. E' quindi a mio parere sempre meglio che un minore sappia come scaricare un'arma o come riconoscere se è carica.
      Per come è scritta la sentenza sarebbe stato la stessa cosa anche con la sequenza che dice lei.

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    2. Essendo direttore di tiro ho potuto purtroppo ascoltare la famigerata frase più di una volta. Il tiratore è stato poi assistito affinché potesse recepire le regole di sicurezza. Concordo con lei che visto quanto scritto, è determinante la consegna e non lo stato dell'arma.

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    3. Lei come direttore di tiro ha certamente una bella esperienza.
      Esiste un atteggiamento di fondo contro le armi. Esiste anche chi pensa siano giocattoli e mette in pericolo se stesso e gli altri. Del resto però la stessa cosa succede per tante altre cose, come le automobili. Una volta in campagna era normale vedere ragazzi che a 12 anni sapevano già guidare l'auto. Oggi sarebbe certamente più complicato ma c'è chi gioca anche con le auto...

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  2. Nell'articolo non è specificatà l'eta del bambino, vorrei ricordare, nonchè evidenziare, che i CAS (centri di avviamento allo sport) della FITAV e le Sezioni del Tiro a Segno Nazionale, iniziano ad allenare e fare fare le gare ai rigazzai, rispettivamente a 13 e 14 anni, con armi da fuoco e, nel caso della FITAV, con sovrapposti cal. 12. L'articolo 20 della Legge n° 110 del 18 aprile 1975 e successive modificazioni specifica che: "Chiunque consegna a minori degli anni diciotto...un'arma fra quelle indicate nel primo e secondo comma dell'articolo 2,
    munizioni o esplosivi diversi dai giocattoli pirici è punito, salvo che il fatto costituisca più grave
    reato, con l'arresto fino a due anni". Siccome l'articolo è scritto in Italiano, io interpreto il verbo Consegnare, che non devo consegnarla per poterla utilizzare, quindi carica e pronta all'uso e non scarica, controllata e ricontrollata e non suscettibile a uso. L'art. continua: "Chiunque trascura di adoperare, nella custodia delle armi, munizioni ed esplosivi di cui al comma 1
    le cautele necessarie per impedire che alcuna delle persone indicate nel medesimo comma 1
    giunga ad impossessarsene agevolmente, è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda
    fino a lire due milioni" vale a dire che io esco da casa e lascio nella agevole disponibilità, delle persone indicate nel comma 1 le armi vengo punito.

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    1. Lei ha perfettamente ragione ed ha giustamente citato la normativa correlata e quanto fa la FITAV.
      Nel fatto ha sicuramente influito l'aver pubblicato la foto su facebook, essersene in sostanza "vantati". Questo può aver dato una brutta impressione.
      Rimane però il fatto che nella sentenza siano stati enunciati principi molto pesanti ed ingiusti.
      Pensi alla frase:"L'estrema gravità del fatto richiamato nel provvedimento è certamente circostanza idonea a supportare, per un ragionevole fine di cautela e prevenzione, un giudizio di pericolosità sociale per l'ordine e la sicurezza pubblica, la cui valutazione può legittimamente fondarsi anche su considerazioni probabilistiche."
      Le norme vanno interpretate e vanno interpretate con logica. Infatti un conto è dire che non si può mai - per nessuna ragione al mondo - mettere un'arma in mano ad un bambino (non era un ragazzo) ed un conto è dire che va distinto caso per caso e contesto per contesto.
      Le norme giuridiche hanno sempre bisogno di chi le interpreti correttamente.
      Non ho fatto io il processo cui si riferisce la sentenza ma spero che la sentenza sia stata impugnata davanti la Corte dei Conti e questa la revochi per la sua palese ingiustizia (e direi dannosità).

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  3. Quanto volte è accaduto di leggere sui quotidiani di tragedie accadute a minori,a volte è accaduto proprio a figli di tutori della' ordine,persone a cui mai si sarebbe immaginato che potesse accadere,eppure è successo che il figlio abbia sottratto un attimo l'arma e abbia ucciso il fratellino o l' amichetto,questo per dire che mai e poi mai bisogna distrarsi un attimo,ne fare,l' arma al minore,la legge non ammette errori in materia,per cui uomo avvisato mezzo salvato.

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